FRANÇOISE DOLTO


Françoise Dolto, nata Marette (Parigi, 6 novembre 1908 - Parigi, 25 agosto 1988), inizia gli studi di medicina nel 1931 e l’anno successivo incontra René Laforgue, un pioniere della psicoanalisi in Francia, con cui poco dopo inizia un’analisi personale. Incoraggiata da lui nella formazione alla psicoanalisi, nel 1939 sostiene la sua tesi Psicoanalisi e Pediatria, nella quale getta le basi di quello che poi diventerà un lavoro rivoluzionario con i bambini, diverso dalla metodica anglosassone prevalente nell’ambito della psicoanalisi infantile. 

Diviene membro della Società Psicoanalitica di Parigi. Più tardi assisterà Sophie Morgenstern, la prima a praticare la psicoanalisi ai bambini in Francia.

Incontra Jacques Lacan e, insieme a lui, segna un cambiamento nella storia del movimento psicoanalitico in Francia.

Lavora con adulti e bambini in diversi contesti istituzionali: al Policlinco Ney su richiesta di Jenny Aubry, al Centro Claude Bernard, all’ospedale Trousseau e al Centro Étienne Marcel.

Dopo l’uscita di Lacan dall’IPA (International Psychoanalytic Association), fonda con lui, Juliette Favez Boutonnier e Daniel Lagache, la Società francese di psicoanalisi nel 1953.

Nel 1964 affianca Lacan nella costituzione della Scuola freudiana di Parigi, dove svilupperà il suo insegnamento, in particolare il seminario di psicoanalisi infantile.

Nel 1971 viene pubblicato Il caso Dominique e rieditata Psicoanalisi e Pediatria, due dei grandi successi letterari di Dolto, fino alla teorizzazione estesa ne L’immagine inconscia del corpo, pubblicata nel 1984.

Dal 1976 al 1978 partecipa alla trasmissione radiofonica Lorsque l’enfant paraît, tramite la quale affronta i problemi dei genitori con i loro bambini.

Nel 1979 fonda la Maison Verte, esperimento pioneristico per la preparazione del bambino piccolo all’inserimento sociale, in un clima di accoglienza e in-trattenimento dei genitori.



LA TEORIA

L’apporto teorico di Françoise Dolto alla psicoanalisi è dato dall’immagine inconscia del corpo.

Il bambino, incarnazione di bisogno e desiderio, si struttura nella propria identità in relazione con l’Altro, in primis la madre. L’identità è l’elemento costitutivo della parola image (immagine) e il cuore della teorizzazione doltoniana sull’immagine inconscia del corpo, che è «memoria inconscia di tutto il vissuto relazionale». Essa si distingue dallo schema corporeo che è la «nostra vita carnale a contatto col mondo fisico».

Il bambino «si umanizza» attraverso l’assunzione dei propri desideri inconsci in quanto compatibili con quelli che l’altro ha verso di lui e viceversa. Un’immagine del corpo sana determina una comunicazione feconda tra bambino e famiglia, con caratteristiche proprie ai diversi stadi evolutivi del bambino (a sua volta l’immagine del corpo è costituita da 4 componenti quali l’immagine di base, l’immagine funzionale, l’immagine erogena e l’immagine dinamica).

Con lo stadio dello specchio, l’immagine inconscia del corpo scompare per identificazione con l’immagine scopica. Al contempo, con la castrazione primaria (scoperta della differenza tra i sessi), l’immagine deve armonizzarsi con la realtà di un corpo femminile o maschile.

Ogni castrazione, per Dolto, oltre ad essere simbolica deve essere «simbologena» nel senso di «una deprivazione del soddisfacimento delle pulsioni al livello in cui emergono, vale a dire in un circuito corto rispetto all’oggetto cui s’indirizzano, per essere riprese in un circuito lungo, in rapporto con un oggetto di transizione, poi con oggetti successivi collegati al primo oggetto mediante una catena di trasferimenti reciproci».



LA CLINICA

Françoise Dolto è stata una rivoluzionaria del lavoro con la famiglia perché segna, con la sua esperienza, una differenza dal modello anglosassone nell’ambito della psicoanalisi infantile: il bambino va accolto insieme ai genitori perché questi sono “i primi a sapere, hanno soltanto bisogno di una conferma autorevole alla loro intuizione”. Questo approccio è rivoluzionario nel senso di una evoluzione nella modalità di ascolto di tutti i componenti della famiglia, qualificandosi come chiave di psicoprofilassi del disagio psico-sociale prima che come strumento di possibile cura.

L’originalità di Dolto consiste nel dire che un bambino «si fa nascere», è incarnazione di tre desideri: «occorre almeno il desiderio cosciente di un atto sessuale completo da parte del padre, occorre almeno un desiderio inconscio da parte della madre, ma quel che di solito si dimentica è che occorre anche il desiderio inconscio di sopravvivenza dell’embrione in cui si origina la vita umana». Il riconoscimento del bambino come essere di desiderio implica che si parli a lui sin dalla nascita e, per un’adeguata educazione preventiva, lo si faccia attraverso parole vere.



IL SOCIALE

Françoise Dolto si è fatta promotrice di diverse proposte di cambiamento nei contesti istituzionali nel più ampio ambiente sociale. Uno dei suoi ultimi ma più importanti contributi è stata la fondazione della Maison Verte nel 1979 a Parigi. Alla Maison Verte vengono accolti bambini da 0 a 3 anni insieme alla madre o ad entrambi i genitori. L’équipe di accoglienza è formata da tre persone (di cui almeno uno è un uomo), non ha compiti terapeutici ma è disponibile e attenta all’ascolto dei piccoli ospiti. La Maison Verte è un luogo intermedio tra casa e nido: tale esperimento pioneristico si fonda su un lavoro di prevenzione dei traumi prodotti da una brusca separazione del bambino dal suo ambiente familiare ai fini dell’inserimento sociale. L’originalità del progetto è data da un lavoro attento e mediato di riconoscimento della diversità dei genitori e dei figli, per un miglioramento della qualità comunicativa e relazionale.



BIBLIOGRAFIA – EDIZIONI ITALIANE

Dolto F., Il caso Dominique. In un’analisi esemplare il passaggio di un quattordicenne dall’assenza alla realtà, Bompiani, Milano, 1972.

Dolto F., Psicoanalisi e pediatria. Fondamenti e applicazione delle teorie freudiane in sedici casi esemplari, Bompiani, Milano, 1973.

• Dolto F., Seminario di psicanalisi infantile, Emme Ed., Milano, 1984.

Dolto F., Il gioco del desiderio, Sei, Torino, 1987.

• Dolto F., Muel A., Liberare la parola, EDB, Bologna, 1988.

Dolto F., Le parole dei bambini e l’adulto sordo, Mondadori, Milano, 1988.

Dolto F., Adolescenza. Esperienze e proposte per un nuovo dialogo con i giovani tra i 10 e i 16 anni, Mondadori, Milano, 1990.

• Dolto F., Inconscio e destini. Psicologia della pre-adolescenza, Sovera, Roma, 1991.

• Dolto F., Il desiderio femminile, Mondadori, Milano, 1994.

Dolto F., Come allevare un bambino felice e farne un adulto maturo, Mondadori, Milano, 1995.

Dolto F., Quando i genitori si separano, Mondadori, Milano,1995.

• Dolto F., I dialoghi di Quebec, Sovera, Roma, 1996.

• Dolto F., I problemi dei bambini, Mondadori, Milano,1996.

Dolto F., L’immagine inconscia del corpo. Come le relazioni affettive determinano la percezione che il bambino ha di sé, Red Edizioni, Milano, 1996-2011.

Dolto F., Solitudine felice. Interiorità e comunicazione dalla nascita all’età adulta, Mondadori, Milano, 1997.

Dolto F., Hamad N., Quando i bambini hanno bisogno di noi, Mondadori, Milano, 1998.

• Dolto F., Il bambino e la città, Mondadori, Milano, 2000.

• Dolto F., Infanzia, Archinto, Milano, 2003.

• Dolto F., Nasio J.-D., Il bambino dello specchio, Marietti, Genova, 2011.

Dolto F., I problemi degli adolescenti. Una mappa per orientarsi in un difficile periodo di trasformazione, a cura di Catherine Dolto-Tolitch, Tea, Milano, 2012.

Dolto F., I Vangeli alla luce della psicoanalisi. La liberazione del desiderio. Dialoghi con Gérard Sévérin, et al/ed., Milano, 2013.

Dolto F., La fede alla luce della psicoanalisi. La vita del desiderio. Dialoghi con Gérard Sévérin, et. al./edizioni, Milano, 2013.

 

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